Is that alright?

Anne Célie
Mercoledì. Era un piovoso mercoledì di settembre. Avrei dovuto studiare chiusa in biblioteca, con qualche quintale di libri sulle ginocchia, ma chi voleva farlo? Camminai a lungo per il parco, percorsi la stessa strada almeno cinque volte, adoravo passare inosservata. Mi sedetti sull'ultima panchina, allontanandomi sufficientemente dagli altri studenti. Pioveva leggermente, non che l'acqua mi desse fastidio, anzi speravo in un diluvio. Passavo gli occhi da uno studente all'altro, probabilmente alcuni rientravano a causa del clima, era un vero peccato, perché nessuno amava il gelo?

Anne Célie
Ero totalmente concentrata sul cercare di contare quante goccioline cadevano nella pozzanghera di fronte a me. Non mi accorsi minimamente della ragazza che si avvicinò, non la sentì nemmeno salutare. Ero arrivata a contare la ventiquattresima goccia, quando percepì qualcuno che mi osservava. Era una ragazza slanciata e magra, dimostrava almeno 20anni, pareva felice e solare, che schifo. Ciao risposi freddamente, non che avessi qualcosa di preciso contro di lei, io odiavo tutti. Mi spostai leggermente per lasciarle spazio o in alternativa per allontanarmi dalla sua gioia. Era di sicuro una brava ragazza: buona, allegra, carina e vivace, che disgusto.

Anne Célie
Si presentò, mi porse la mano e si sedette di fianco a me. Avevo forse l'aria di una ragazza pronta a socializzare? Non strinsi la sua mano, non gliela porsi nemmeno, anzi la guardai contrariata. Anne risposi piano, odiavo perfino il mio nome, era troppo grazioso. Decisi che era il momento perfetto per una sigaretta, il gusto del fumo mi calmava sempre e parlare con altre persone non mi metteva di certo di buon umore.

Anne Célie
Presi alcune boccate di fumo poi mi rivolsi alla ragazza che non sembrava demoralizzata dal mio scarso entusiasmo. Sì esitai un attimo, dalla domanda si intuiva che fosse nuova anche lei. Ti piace il college? Pareva strano che cercassi di instaurare una conversazione ma la mia voce restava svogliata e annoiata. Infondo era la prima persona che si interessava a me, mi spiaceva allontanarla.

Anne Célie
Non mi ero mai chiesta se il college mi piacesse, dovevo frequentarlo e basta, nemmeno a me stessa interessava il mio parere. Fumai ancora un po', gettando la cenere per terra. Adoravo quei pomeriggi nebbiosi, freddi e tremendamente malinconici, forse influivano perfino sul mio atteggiamento. E' così silenzioso qui iniziavo a diventare gentile? Perchè quel posto si dimostrava così adatto a me? Il mio atteggiamento era così fastidioso, che schifo.

Anne Célie
Speriamo buttai la sigaretta per terra e la guardai spegnersi. Mi rannicchiai sulla panchina, chiusi gli occhi appoggiando la testa sulle ginocchia. Mi sentivo talmente sola, avevo bisogno di sprazzi di solitudine. Sei ancora qui Les...? non ricordavo nemmeno il suo nome,ma non credevo che avremmo parlato ancora in altre occasioni, la gente tendeva a non avvicinarsi nuovamente a me. Aprì gli occhi e lanciai un'occhiata sbadata alla ragazza, era ancora lì. Cosa vuoi? le chiesi diretta, non capivo cosa volesse da me.

Anne Célie
Sbuffai rumorosamente. E' una grande perdita di tempo Incrociai le braccia appoggiando la testa sul bordo della panchina. Vuoi parlare della mensa? Dei banchi? Della biblioteca? Guardavo in alto, avevo imparato a non osservare le persone negli occhi. Ero scocciata, infastidita, il mio atteggiamento cambiava spesso. Non sono più quel genere di persona Scossi la testa più volte, odiavo la gente, era troppo curiosa.

Anne Célie
Grandioso sbottai infastidita, ci mancavano i suoi "guarda che ho capito come sei". No, lei non aveva capito proprio niente. Aveva intuito che non avevo voglia di parlare? Allora perchè non si era allontanata? Credi di non essere curiosa? Sbuffai contrariata, non la capivo proprio, lei con tutto il suo falso buonismo. La guardai negli occhi, chissà quante persone le cadevano ai piedi. Cercava popolarità solo per colmare il vuoto della sua stupida vita. Era una frivola, bionda, superficiale, ragazza ricca. Hai capito come sono? Avanti dimmelo: mostrami le tue innate doti empatiche. Avevo alzato la voce e un gruppo di fastidiosi studenti ci guardava perplesso, chissà se qualcuno voleva correre in salvo dell'amichetta Leila.